THE ROAD IS LIFE
Jack Kerouac

Il ciclismo ti insegna a non abbassare la guardia mai. Ti frega o ti premia all’ultimo, come la vita.
THE ROAD IS LIFE
Jack Kerouac
I tergicristalli scandiscono il tempo come un fastidioso orologio nel bel mezzo del silenzio della notte. Là fuori la Brianza è deserta e grigia come può esserlo soltanto la domenica mattina, con i suoi occhi lacrimosi dell’inverno che cerca di annegare tutto e invece tutto continua a galleggiare. Sbaglio strada, con la testa sono altrove.…
Continua a leggere“Nights in white satin Never reaching the end Letters I’ve written Never meaning to send” Chiedo al ragazzo quanto vuole per il palloncino con l’unicorno. Lui dice il prezzo, mia madre mi guarda e sorridendo mi dice di sì. Prendilo. Non ho più dieci anni da un po’ ma lei lo sa che non ho…
Continua a leggereSull’asfalto nero ci sono chiazze di ombra e di sole, dal bosco viene l’odore dell’autunno, di quando il caldo del pomeriggio secca le foglie e le castagne rotolano via dai ricci verso valle, lontano dalle mani dei cercatori di stagione. La curva Pantani è vuota. Sul ponte a tre arcate cresce il muschio verde e…
Continua a leggereSull’autostrada Milano-Torino c’è un cielo bianco come l’occhio vitreo di tutte le mattine che ho guardato in faccia senza volermi svegliare. Anche stamattina ho rimandato la sveglia due volte, mi sono girata dall’altra parte e poi mi sono arresa a vestirmi in due minuti e uscire di nuovo. I cipressi lungo la pianura padana sfilano…
Continua a leggerePiove da due ore, la corsa è ancora lontana, persa nelle campagne dello Yorkshire avvolte dalle nuvole, nel glaciale mezzogiorno dove i deserti castelli diroccati hanno ancora il lieve inquietante sospiro di chi lì dentro ci ha vissuto, amato, perso, odiato, corrotto, sperato. Corrono lontano da qui, sulle strade diventate fiumi mentre ancora i chilometri…
Continua a leggereNon ci sono che colline fino all’orizzonte quasi bianco sul cielo azzurro dove l’aria ha rastrellato le nuvole fino a farle diventare invisibili. C’è l’odore degli arbusti seccati dal sole in alta montagna, bacche rosse lucide che guardano la scarpata dove sprofonda la valle vegliata qua e là dai pini. E’ facile immaginare com’era questo…
Continua a leggereE’ così che il Lissolo è diventato un piccolo tempio inneggiante all’attacco, qui dove cresci subito con l’abitudine che l’esistenza è così: una maledetta successione di odiosi mangia e bevi, salita e discesa, discesa e salita, mai un attimo di piano, mai un secondo in cui si può riposare, mai una volta in cui ci…
Continua a leggereFuori c’è la luna, dentro l’aria di settembre dopo un sabato sera che più classico di così non si può: fare (e divorare) la pizza in famiglia a casa degli zii, mangiare una coppa di gelato e guardare un film. Mentre Harry Potter scopre come arrivare al binario nove e tre quarti e prova per…
Continua a leggereMa che cosa sappiamo noi del dolore? Che quando ridiamo, la gente pensa che siamo felici davvero. Però quando la strada sale non puoi nasconderti, diceva Eddy Merckx. Non puoi nascondere nemmeno che stai soffrendo, sei nudo, in pasto a tutti. E’ questo il maledetto patto che ti costringe a fare il ciclismo, un’altra faccia…
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