CX STORIES | Namur

E scusa se non parlo abbastanza ma ho una scuola di danza nello stomaco. Coez La mattina ha il sapore del burro della brioche vuota della boulangerie. Senza marmellata, senza cioccolata. Le cose semplici sono perfette quando sono fatte con amore. C’è la lunga strada deserta con gli alberi alti e neri e filiformi che…

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CX STORIES | Faè di Oderzo

Scorrono le vecchie cascine immerse nel grigiore di una mattina sulla quale incombe la pioggia, isolate per i campi, semi abbandonate lungo l’argine invisibile del Piave. “Ogni dieci anni queste case vanno sott’acqua” dice Moreno. Ogni dieci anni arriva la piena, l’argine non esiste, il fiume invade tutto. Sembra una leggenda. Atlantide che si immerge…

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CX STORIES | Idroscalo Milano

C’è una ruota panoramica lungo la tangenziale deserta, un parco giochi coi gonfiabili che sembra uscito da un’altra dimensione, il castello di Cenerentola abbandonato nella mattina di un altro novembre così, caldo e secco e senza pioggia, come se fosse un pezzo di ottobre che non se ne vuole andare via. Niente bambini che saltano,…

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CX STORIES | Bosisio

Un uragano nascosto in un petalo stanco. Un tramonto da slacciare mentre il cielo sembra tornare a casa. DVDS Dalla superstrada le Grigne e il Resegone sembrano così vicini, spruzzati di bianco finalmente. Non credo di aver mai visto una neve tanto desiderata. Ecco, è gennaio davvero adesso. Con le sue mattine limpide di sole…

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CX STORIES | Silvelle

Lungo le vie diritte che attraversano i campi che luccicano ancora ghiacciati dalla notte ci sono case separate dai fossi, piccoli ponti e cancelli di ferro battuto, giardini ben curati e persiane azzurre, verdi. Di tanto in tanto c’è una rotonda e poi una chiesa, sempre con lo stesso alone di deserto attorno. E’ strano,…

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CX STORIES | Lurago

L’odore di carne grigliata si mischia a quello dei campi nelle mattine d’inverno quando si scioglie il ghiaccio lasciato dalla notte. Sterpaglie umide, fango. E’ l’odore del ciclocross. Che uno si chiede come è possibile scappare per un po’ dalla psicosi della Vigilia, dalle rotonde affollate, le bestemmie intere o per metà gridate dai finestrini…

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