50 domande a Daniel Oss

Ventinove anni, nato in Valsugana con il sogno (realizzato) di andare a vivere sul lago di Garda. Ciclista professionista dal 2009, dice di avere uno stile punk rock e non sopporta le etichette. Due amici e un gattino di peluche gli sono stati compagni in un viaggio su due ruote alla Jack Kerouac per ritrovare…

Continua a leggere

Il sole tramonta a ovest

La Versilia fuori stagione è magica e surreale. Gli stabilimenti bianchi, deserti come il lungomare. Le spiagge infinite sulle quali le onde spumeggiano lentamente e costantemente in larghe conchiglie  che si disegnano e poi spariscono. Il contorno per ultimo, assorbito dalla sabbia.  Il resto, forse, se lo riprende il mare. Respiri. La cronometro è un…

Continua a leggere

Dream Team

Quello dei massaggi è forse uno dei momenti più intimi nella vita sportiva di un ciclista. Sono le ore passate lontano dal fragore e dalla tensione della corsa. Tutto il resto fuori, o quasi. Dentro resta il profumo dell’olio, le mani tra nervo e nervo per sciogliere le cose andate male, la fatica, la stanchezza,…

Continua a leggere

Ich Liebe Dich.

Pioggia. Continua a piovere verso Sanremo, a tratti le poche macchine sull’Autostrada dei Fiori sollevano un’onda dall’asfalto e poi corrono via. Tutta diritta o quasi, fino alla Riviera. A Milano sembrava di stare in Belgio: una ordinaria mattina nuvolosa e tesa. Facce contratte, pochissimi sorrisi di rito e una pioggerellina continua, di quelle che dà…

Continua a leggere

Da spezzare il fiato.

Emozioni è una parola che mi piace sempre meno. Svalutata, svilita, scambiata, maltrattata. Forse è davvero sempre più difficile scrivere senza scivolare nel tremendo pantano dell’enfasi inutile. Eppure il ciclismo ha bisogno di tenere una specie di diario di bordo, di quelli scritti senza troppe correzioni, con le macchie d’inchiostro sui punti perché ci si…

Continua a leggere

Buonasera Italia.

L’Hautacam oggi faceva paura. L’ultima e terribile tappa di montagna con l’arrivo a quasi milleottocento metri di quota dopo aver sopportato i duemila del leggendario Tourmalet. Con il suo nome duro, secco, sembrava quasi un avvertimento. Per tutti. Per quelli che lottano per un gradino del podio, per quelli che cercano la vittoria di tappa…

Continua a leggere

La prima volta.

Credo che la scrittura assomigli molto all’istinto di sopravvivenza. E’ cercare costantemente di poter dare un significato a quello che viviamo. Una ricerca quasi ossessiva, uno scavare a mani nude nella dura terra per sconfiggere la superficie. E’ difficile perché le parole giuste per le emozioni sono come piccoli diamanti, a volte sfuggono persino al…

Continua a leggere