L’ultimo chilometro e poi un lungo rettilineo nel sole di un maggio che sembra agosto. Una rotonda e poi l’arrivo. Ville antiche tra le case nei loro giardini quieti e ombrosi. Da una casa a due piani un signore coi capelli bianchi scherza con degli amici giù in strada. “Facci salire”, gli dicono. “Dieci euro a finestra” risponde, “e guarda che di finestre ne ho cinque. Per cinquanta euro ti do anche il bagno!
Ridono.

#GiornidiGiro | Cassano d'Adda C’è qualcosa di diverso. Forse è la sensazione di essere quasi a casa. Forse che il fiume turchese che scorre quieto in mezzo al paese è lo stesso sul quale ho ambientato il mio ultimo romanzo. E’ strano ritrovarlo così, in un giorno quasi d’estate. L’ultima volta era avvolto dalla nebbiolina di certe mattine invernali e sulle sue acque tranquille planavano di tanto in tanto cicogne e aironi. Adesso attraversa le vie e i prati invasi dalla gente del Giro. E’ Rimini nei giorni afosi di agosto. Gente in canottiera sdraiata sui prati con la bicicletta a fianco. Biciclette su biciclette, anche loro stese sull’erba. Qualcuno si incazza pure: a volte il sole da alla testa, soprattutto se stai incollato ad una transenna dalle due alle cinque del pomeriggio.

#GiornidiGiro | Cassano d'Adda Cassano d’Adda è un allegro delirio, oggi. Bambini coi gelati che colano sull’asfalto rovente, che corrono di qua e di là, persone accalcate, sudate, stanche ed eccitate allo stesso tempo. Una marea umana. Un concerto, uno show.  L’arrivo è un concentrato di troppe cose per rendersene conto davvero. La gente, i corridori che sfilano, che si buttano per terra in mezzo alla confusione. Sono lucidi di sudore sotto questo sole che ancora scotta. Il caldo viene su dall’asfalto, si mischia con una leggera afa che neanche l’aria lieve del pomeriggio inoltrato riesce a scacciare. Finiscono in un attimo le lattine di aranciata, di Coca-Cola e le bottigliette d’acqua fresca. Tutte giù, a scacciare l’aridità di una tappa rovente. Mentre sfilo le transenne per correre ai pullman, qualcuno dice: “Nizzolo primo, Pozzato secondo
Invece no.
Oggi era il giorno di Giacomo Nizzolo. L’arrivo di tappa, praticamente. Lui maglia rossa e gli altri, i suoi tifosi, accampati alla fine di quel rettilineo che sembrava disegnato dal destino per essere suo.
Ma come facciamo con questa sfortuna? Dice uno. Secondo, anche questa volta. E per fortuna c’è il solito affetto dei tifosi. Di quelli che ti seguono ovunque, che ti han seguito da sempre. Di quelli che non si fanno proprio fermare da niente. Nemmeno da questo ennesimo secondo posto che sembra confermare una specie di maledizione. Giacomo sorride, come in quei suoi strani santini che il fan club ha attaccato alle transenne e ora fanno un po’ malinconia.

#GiornidiGiro | Cassano d'AddaPerché alla fine, dopo la linea bianca puoi solo pensare che domani è un altro giorno. Un altro giorno per riprovarci, per ritentare. Perché è una di quelle cose che insegna il ciclismo. Perché alla fine, dopo la linea bianca si rimescola tutto prima di tornare a posto. I bambini indicano le biciclette silenziose e immobili sulle ammiraglie. Sono quelle dei loro sogni. Le vorrebbero così, oppure così. Al pullman IAM c’è un trambusto insolito. Forse nessuno pensava che sarebbe arrivata così la vittoria. C’è Gianni, l’autista del bus, che abbraccia due amici. Il ciclismo è così, posto che vai amici che trovi. Uno di loro gli chiede se hanno vinto, lui risponde sì. L’altro, in dialetto, gli dice che deve venire lui per vincere. Ridono. Gianni chiede come uscire dal centro per andare in albergo, se c’è una strada migliore. Quotidianità e straordinarietà. Si mischia tutto prima della sera in albergo. Che forse è l’unico vero momento in cui la giostra si ferma per un attimo.

#GiornidiGiro | Cassano d'Adda Per adesso, la gente continua a fluire verso il palco del processo come un fiume, come l’Adda in un pomeriggio di sole cocente. Per adesso è ora di tornare a casa. C’è l’aria della Brianza, le erbe alte, i miei gatti che si strusciano perché gli sono mancata. E io non riesco a nascondere la mia solita emozione: mi succede sempre quando la festa del ciclismo dorme a pochi chilometri da me. Ci metterò mezz’ora, forse di meno, per raggiungere la partenza di domani e, dopo tante corse, sento ancora quella strana eccitazione delle prime volte.
Forse è questo il segreto. Tenersi da parte un po’ dell’entusiasmo di quando eravamo piccoli. Di quando tutto ci sembrava nuovo e riempiva l’attesa delle nostre giornate. Solo così non ci sfuggiranno le piccole cose belle. Nemmeno nel più confuso degli arrivi.

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Posted by:Miriam

Nata in Brianza, nella calda notte del 30 luglio 1991. Scrivo da quando avevo quattordici anni e nel 2012 ho cominciato questo viaggio che si chiama "E mi alzo sui pedali". Ho pubblicato "Voci di Cicala" nel 2013, "La menta e il fiume" nel 2015 e "Come un rock" nel 2019. Mi piacciono i papaveri, il profumo delle foglie di menta e la ninnananna della risacca del lago. A volte scrivo con gli occhi chiusi.

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