Treni. Quanti ne prendiamo nella nostra vita. Alcuni presi al volo, col fiatone; altri aspettati a lungo, seduti su una panchina piena di scritte della stazione, mentre fissiamo le rotaie roventi che vanno lontano, sembrano incontrarsi eppure non  lo fanno mai.
Treni. Quanti ce ne sono nel viaggio di una tappa? Alcuni sono diretti, vanno veloci, senza sosta. Altri assomigliano più a tremolanti regionali che si fermano ad ogni stazione e, anche se portano lontano, avranno sempre addosso l’odore di casa.

Il loro treno, Matteo Trentin e Julien Simon, l’hanno inseguito fin dai primi chilometri di questa quattordicesima tappa della Grande Boucle. Fanno così, i ciclisti, ipotecano la vittoria sulle loro gambe. A volte perdono, a volte vincono. Ma hanno sempre l’orgoglio, comunque vada, di poter dire che hanno scommesso tutto, su tutto quello che avevano.
Sono in diciotto in fuga: compagni di avventura che non sono amici, né compagni. Assomigliano a naviganti che sono costretti a fare il viaggio tutti assieme perché vanno nella stessa direzione. Una direzione che è esclusiva, solo per il primo arrivato. Simon e Trentin sono tra loro, tengono al caldo i loro piccoli sogni perché la strada, l’asfalto, permette a tutti di costruire castelli immaginari. In viaggio, sono tutti vincitori. Tutti aspettano il loro treno, quello giusto, l’occasione che non bisogna lasciare scappare.

Julien Simon prova a inseguire il suo. E’ un treno che non lascia scampo, un treno per quelli duri, che non hanno paura quando i secondi sono troppo pochi. Dieci, poi undici, dodici. Una manciata di tempo, briciole di attimi che diventano tesoro prezioso. Dietro Julien gli inseguitori stanno alla ruota fedele e costante di Tejay Van Garderen ma non vanno d’accordo. Lasciano che il francese rosicchi i secondi, uno dopo l’altro. Nove, otto, sette chilometri. E sempre lo stesso misero eppure incredibile vantaggio. Da una parte all’altra della strada non si placa il fiume umano di braccia e di urla. Niente esiste più se non il coraggio, la fatica e forse la paura di perdere quel treno, che si dipingono sul volto stremato di Julien. Manca un chilometro e mezzo quando il gruppo lo prende di nuovo nel suo seno caldo e avvilente.
Perduto. Julien è un passeggero fermo sulla banchina che fissa un convoglio che si allontana su due binari che non si incontrano mai.

Matteo Trentin, invece, il treno se lo vede passare davanti, prima della volata, a cinquecento metri dall’arrivo. Ci salta sopra, come quei vagabondi del vecchio West che si facevano l’America da costa a costa. Non lo sa che, quel treno, è proprio il suo.
Spunta all’improvviso, tra i ragazzi con cui aveva condiviso pane e strada. La sua ruota è la prima, la destinazione è sua. Alza le braccia e poi le appoggia sulla testa, come a dire: “E’ vero? L’ho fatto davvero?”.

Quando gli chiedono le dichiarazioni e gli dicono che l’Italia lo sta guardando, che tutti aspettano una sua parola, lui scherza: “Lasciate che vada a cambiarmi. Sono brutto.” No, Matteo. Ti sbagli. Il fango, la pioggia, il sudore hanno tutto un altro significato nel ciclismo. Sono segni che assomigliano a trofei di carne e di vita. E i trofei brillano sempre, sono sempre belli.
Mi è passato davanti un treno” dice sorridente, con l’accento che sa meravigliosamente di casa nostra, “e io l’ho seguito.”

Treni. Nel ciclismo, come nella vita, possiamo perdere giorni e anni ad aspettare quello giusto. A volte, però, ne passa uno veloce, proprio accanto a noi. Non abbiamo tempo. Dobbiamo decidere, subito, anche quando non abbiamo ben presente la destinazione. Ci sono convogli che passano una volta sola, sta a noi capire quanto bisogna rischiare.
L’istinto ci dirà di salire, il cuore ci dirà che era la cosa giusta da fare.

Posted by:Miriam

Nata in Brianza, nella calda notte del 30 luglio 1991. Scrivo da quando avevo quattordici anni e nel 2012 ho cominciato questo viaggio che si chiama "E mi alzo sui pedali". Ho pubblicato "Voci di Cicala" nel 2013, "La menta e il fiume" nel 2015 e "Come un rock" nel 2019. Mi piacciono i papaveri, il profumo delle foglie di menta e la ninnananna della risacca del lago. A volte scrivo con gli occhi chiusi.

31 risposte a "I treni persi e quelli ritrovati."

  1. Brava Miriam
    scrivo e scrivo anche di ciclismo da vari anni. La tua è sempre una riflessione che supera la cronaca del giorno, ed accarezza gli ambiti della vita e dell’anima.
    Complimenti.

    1. Grazie Lino, davvero…Mi piace molto quando si parla di “anima”. E’ tutto lì il centro. Il ciclismo è un viaggio collettivo e allo stesso tempo intimo. Un’intimità dalle mille sfaccettature. Grazie!

  2. Congratulazioni Miriam, bello questo articolo, bello anche quello su BS. C’è bisogno di scrittori come te, ti faccio i miei più sinceri auguri, di poter continuare su questa strada …e di riuscire a saltare il treno giusto!

  3. io invece seguo poco il ciclismo…..ma il tuo scrivere mi piace….le parole e i pensieri… le parole e i pensieri che insieme completano e danno sentimento a quello che dici, questo è quello che ti distingue…. DEVE PROPRIO PASSARE QUESTO TRENO

  4. Io, ignorante di ciclismo, ho letto questo articolo col fiato sospeso. Brava Miriam, sempre ricca di belle parole che regalano EMOZIONI positive.

    1. Grazie a tutti! Rosanna…queste tue parole sono davvero importanti per me. Il blog è nato per tutti: per quelli che amano il ciclismo e anche e soprattutto per chi non lo conosce, per far capire che cosa può dare questo sport al cuore, alla vita. Davvero il viaggio sulle due ruote assomiglia molto a quello della nostra esistenza: traguardi, sogni, sconfitte, delusioni, riscatti. Ognuno può ritrovare sè stesso.
      Grazie ancora, un abbraccio!

      1. Sì, tutto molto vero ciò che dicono sia Miriam che Rosanna, ma credo a fondamento di quel repertorio di sensazioni e di “emozioni”: c’è la solitudine del ciclista. Il ciclista – anche in gruppo – è solo con il suo mezzo, con la strada e i suoi pensieri. Pensieri spesso sereni e rotondi come le ruote che si raggomitolano nell’afa, nel battito del cuore, nella fatica e nel sudore. Mi sono assoggettato in sella a prove difficili e da solo, ne sono uscito cambiato, quasi santificato. Quella mistica arricchisce sempre, e non importa essere vicenti o perdenti: perdere è niente e vincere non è tutto. Sta nella liturgia del pedalare quel ritrovamento che innalza.
        Buon tutto a tutti…
        Lino

      2. Cara Miriam, tra otto giorni andro’ nella mia citta’, MESSINA.
        Vedi, ho pure un concittadino VIP del ciclismo!!!!!
        Alla prossima, BEDDA BEDDISSIMA!!

  5. Parole sante, Lino. Oltre che vere, molto suggestive. Mi piace che il blog possa essere una specie di “ritrovo” anche per scambiare pensieri così profondi.
    Grazie, a presto! 🙂

      1. Ma allora sei “Fgghjola missinisa”. Io sono appena arrivta nella beddha isola…ma più giù, sul canale di sicilia.

  6. Stamattina ho ricevuto una bellissima sorpresa nella pasticceria dove lavoro.
    Ho avuto il piacere di conoscere MIRIAM!!!!!!!
    E il più grande piacere è che LEI è venuta per conoscere ME!!!!!
    Insomma ………….che dire………GRAZIE MIRIAM. ❤

      1. Nato a SR, abito a FI dal 1972…oddio quan ti anni!

        Pedalo da sempre, scrivo di ciclismo da 25-30 anni… d’altro da molto prima per mestiere e per passione.

        ciao

        Lino

      2. Sì, incontriamoci al Mondiale…Firenze era già città Mondiale già di suo proprio, senza il Camp di Ciclismo.
        Cerco una Miriam in mezzo al gruppo. Ma sai Miriam che – con altri amici architetti – abbiamo realizzato una tenuta ciclistica per festeggiare l’avvenimento e ricordarlo? Bellissima maglia, però per l’Iride abbiamo avuto mille difficoltà perchè marchio depositato. Ma alla fine, con le opportune modifiche, è stata realizzata.
        E’ piaciuta molto anche qui in Sicilia, ma è maglia che in vendita non è! Viene passata solo per “sanità e santità” ciclistica, idelologie appropriate (facciamo parte di Critrical mass) infatti nella maglia c’è scritto….”one less car”, “god seve cycling”. CIAO

        P.S. la maglia originaria del nostro guppo la puoi vedere nella foto di questo scritto. E’ la prima realizzata. NJella fotografia sono (io) con Paolo Tiralongo, ragazzo che seguo da quando era giovanissimo e che ho portato a correre da Allievo in Toscana…da lì…è partita la sua carriera ciclsistica vera.
        Ellj Nolbia è l’anagramma pseudonimo di Lino Bellia. Ma sono sempre io….

        C I A O

  7. Rosanna…in quale parte della Sicilia ti trovi?
    Però che caldo … – anche se sto proprio sul mare – l’umidità è intollerabile.
    Sai, nel 2007 ho fatto il Giro di Sicilia in bicicletta…tutto il periplo (via terra) lungo la costa. Un’esperienza esaltante, specie nella tappa Cefalù – Montagnareale (ME) tutto un giorno sotto una benedicente pioggia estiva….

    Buona permanenza.

    1. Lino…..mi trovo a Spadafora in provincia di Messina. Anche noi siamo proprio sul mare. Hai ragione che si muore dal caldo infatti sono al pc con ventilatore dietro la schiena.
      E tu dove ti trovi precisamente?
      Domani andiamo a Taormina. Poi Tindari, Capo Calavà e una giornata alla spiaggia di Ponente a Milazzo.
      Mi piacerebbe visitare i luoghi di MONTALBANO ma da quì ci vanno tre ore buone e ………….non ne ho voglia proprio di tutte queste ore di auto.

  8. Sono sull’altro mare … quello dell’ipotenusa: canale di Sicilia.
    Sono a Sampieri (fraz. comune di Scicli). Proprio di fronte alla fornace utilizzata nello sceneggiato Montalbano, detta “la mannara”. Sì, da lì è lontano.
    Poi tutto l’anno abito a Firenze.
    Te, stai a Spadafora anche d’inverno?

    Ciao

    1. No, io vivo in Brianza. Almeno una volta l’anno cerco di scendere in Sicilia perchè…………..sembrerà strano ma………… sento proprio la mancanza. E mi mancano anche i miei zii e i miei cugini.
      Tanti pensano sia una rottura di P…E andare per parenti invece a me ……………piace un sacco passare le serate con loro e raccontarci di tutto e ricordare i vecchi anni e le marachelle. Il tutto con un sottofondo GASTRONOMICO da far INVIDIA!!!!!!
      Ora faccio una pennichella e poi ci prepariamo per TAORMINA e CASTELMOLA.
      Ciaoooooooo.

  9. Rosanna, sei su Fb? Oppure hai una mail… questa pagina la utilizziamo personalmente e impropriamente, solo grazie a Miriam…

    CIAO

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