Grande festa in casa Canturino perché, nell’anno del 110° anniversario, Nicola Bagioli che veste proprio la divisa blu e gialla della squadra di Cantù, si è consacrato campione lombardo della categoria Juniores. Solo pochi giorni fa Nicola aveva conquistato il titolo di campione provinciale di Como e sabato, con uno spettacolare arrivo solitario, tra la commozione e la felicità del ds Arnaboldi e di tutta la squadra, ha fatto il bis. Faceva il biker, il ragazzo. E come non pensare a tanti campioni che hanno iniziato ad andare in bicicletta con le ruote pesanti e, ora, sulla strada, volano? Come non ricordarsi che il fuoriclasse Peter Sagan, prima di sbaragliare gli avversari sull’asfalto, correva sullo sterrato? Ecco allora qualcosa in più su Nicola Bagioli perché, non smetteremo mai di dircelo, gli assi di domani, sono tra i ragazzi di oggi.
Quando hai iniziato ad andare in bicicletta? Qualcuno ti ha spinto a scegliere questo sport oppure lo hai deciso da solo?
Ho iniziato con la categoria G3. Andavo con un mio amico ma facevo mountain bike: sono passato alla strada solo l’anno scorso.
Tu studi? Come riesci a conciliare gli allenamenti e la scuola? Quanto tempo dedichi alla bicicletta?
Dipende. Di solito due ore e mezza o quattro ore e mezza, poi torno a casa e studio.
Come si è svolta la gara di sabato?
All’inizio è andata via una fuga di dieci corridori, tra i quali due miei compagni. Nel frattempo, prima che il gruppo annullasse l’attacco, io ho forato due volte. Sono entrato, però, in una fuga con due ragazzi e, all’ultimo giro, sulla salita della Valcolda li ho staccati. E sono andato via, al traguardo.
Quale è stato il tuo primo pensiero dopo aver superato la linea bianca?
Ma, non so…E’ difficile da dire. Semplicemente ho pensato che ce l’avevo fatta.
Ti consideravi già un favorito oppure è stato un successo inaspettato?
No, non pensavo di essere il favorito. Certo, sapevo di avere buone possibilità e i compagni mi hanno aiutato. Sono stati molto contenti.
Avevi già vinto due campionati lombardi. Qual è stato il più emozionante?
L’ultimo. I precedenti li ho vinti con la mountain bike e non è la stessa cosa: su strada è più bello ed emozionante perché c’è dietro un gioco di squadra, una collaborazione con i compagni.
Ora che Nicola ha sulle spalle la maglia bianca e verde i suoi obiettivi non si fermano e diventano più ambiziosi ed allettanti anche se più difficili da raggiungere. Manca solo una maglia al sogno e l’augurio è che abbia cuore e gambe per crederci e portare a casa il tricolore.