Varese è ancora la ninnananna dell’autunno che ti culla con i suoi viali alberati, i giardini con l’ombra e l’erba alta dove ti sembra facile fantasticare la vita. Una gita in macchina sul lago, le foglie che roteano attorno, il tè mentre il sole si fa sempre più dorato fino a scomparire, andare a letto, sentire là fuori la notte, indovinandone i fruscii.
In giorni come questi, la luce è abbagliante, il filo è saldo come non lo è stato mai.

Mentre guardo il podio contro sole ripenso ad un altra volta, ad una montagna iconica e io piccola minuscola insignificante e invisibile sulle punte dei piedi. Gli Spiriti sanno di quel giorno e di tanti altri a venire, di come mi sono sentita e di tutte le volte che ho cercato di mettermi in contatto con la navicella perduta nello spazio. Adesso mi senti, Maggiore Tom? Hai veramente dato il tuo meglio ed io ero lì, dove sono sempre stata ad aspettarti.
Mi vedi, Maggiore Tom?
Lo spazio è infinito ed enorme e terrorizzante per noi che siamo solo piccoli puntini di passaggio su questa terra. Ma quando li unisci – i puntini – diventano costellazioni. Ancora il disegno è fuori dalla portata dei nostri occhi nudi, ma queste stelle che ci viene concesso talvolta di vedere sono una specie di benedizione improvvisa, la conferma che non siamo destinati ad errare per sempre. 
Adesso voglio ancora di più, rivoglio tutto il cielo per intero.

Si vede uno scorcio di lago reso argenteo dal sole. Ho sempre guardato con un pizzico di malinconia la gente che torna alla propria quotidianità dopo le corse. Cosa mangiamo stasera? Andiamo dai nonni? Sembra tutto cosi semplice: il ciclismo per loro è uno sparo che ti prende di striscio. Io invece lo sento ancora lì, proiettile infilato in un polmone, come i reduci che lo sentono ogni tanto, che ci hanno fatto l’abitudine eppure ancora non si arrendono. Che sanno di non poter intervenire davvero senza rischiare di andare all’altro mondo.

Ma forse tutto questo è solo perché io e lui, alla fine, abbiamo ancora dei conti in sospeso.

David Bowie non si è mai espresso veramente sul significato del suo brano iconico “Space Oddity”. Il senso della canzone è aperto all'interpretazione, ma generalmente esplora temi di alienazione, solitudine, e la fuga dalla realtà e dalla fama attraverso la figura del Maggiore Tom.
Avatar di Miriam
Posted by:Miriam

Sono nata in Brianza in una calda notte di luglio. Scrivo da quando avevo quattordici anni e nel 2012 ho cominciato questo viaggio che si chiama "E mi alzo sui pedali". Ho pubblicato "Voci di Cicala" nel 2013, "La menta e il fiume" nel 2015 e "Come un rock" nel 2019. Mi piacciono i papaveri, il profumo delle foglie di menta e la ninnananna della risacca del lago. A volte scrivo con gli occhi chiusi.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.