La domenica, l’alba sopra la campagna, le brioche calde, un film di Natale.
La verità è che non voglio andare alla corsa.
Abbiamo tutti dei momenti in cui ci sembra di perdere l’interesse nelle cose o semplicemente non sappiamo più da che angolature guardarle. Quando ero piccola la Coppa Agostoni aveva l’odore della frutta matura nelle giornate di Ferragosto, adesso che è sulla soglia di ottobre, sembra quasi che la nostra esistenza sia cambiata con lei. 

La Brianza non è dolce, né aspra, stamattina. Galleggia nella sua luce bianca senza troppi sfavillii. L’ultimo strappo del Lissolo è come un’operazione a cuore aperto: il ventricolo d’asfalto alla luce delle lampade del chirurgo e tutto il resto nel buio della foresta di robinie che è oscura come certe leggende che emergono dalle nebbie della campagna. Ma le storie che raccontiamo ai bambini non sono poi così lontane dalla realtà, la strega che ha trasformato il principe in ranocchio è ancora là fuori con i suoi artigli affilati, guarda dall’oscurità con i suoi gelidi occhi. Non era una fiaba questa ma forse non è ancora troppo tardi per smettere di crederci. 

Quando i corridori salgono, sono spezzati in due dallo sforzo, piegati dalla fatica di quello che è la Mecca dei brianzoli. Il luogo dove venire a pregare in silenzio, sommersi dal bosco, scacciare i demoni, pensare molto o pensare poco. Ovunque salti ora il principe ranocchio, non può certo dimenticare la sua forma umana.

Sul rettilineo di Lissone, Hirschi arriva come uno scolaretto atteso dall’insegnante per la lode. Ma la gente acclama Marco Tizza come solo e unico eroe nazionale. Ha fatto il meglio che ha potuto, tutto per tutto sulle strade di casa sua. La folla vuole il cuore, niente altro. Lo vuole messo in una teca ancora pulsante. E d’altronde il ciclismo lo ami davvero solo quando è così, quando tutto straborda, quando tutto è esagerato. 

Adesso è tornata la luce dell’autunno a illuminare d’oro le case affacciate sulle rive del Lambro che così sembrano davvero la scenografia di quella che una volta chiamavano la “Piccola Parigi”. 
È sempre il bacio della principessa a spezzare l’incantesimo. 

“Le fiabe del focolare” è un'antologia di fiabe raccolte dai fratelli Grimm in due volumi per la prima volta nel 1812 e nel 1815. In origine le narrazioni erano truci e violente, con dettagli particolarmente cruenti. Fu con la Walt Disney Company che tutto il mondo delle favole cambiò per sempre, convertendo il tono minatorio e punitivo con il tanto atteso “e vissero felici e contenti”. 
Avatar di Miriam
Posted by:Miriam

Sono nata in Brianza in una calda notte di luglio. Scrivo da quando avevo quattordici anni e nel 2012 ho cominciato questo viaggio che si chiama "E mi alzo sui pedali". Ho pubblicato "Voci di Cicala" nel 2013, "La menta e il fiume" nel 2015 e "Come un rock" nel 2019. Mi piacciono i papaveri, il profumo delle foglie di menta e la ninnananna della risacca del lago. A volte scrivo con gli occhi chiusi.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.