Il tipo della tabaccheria mi guarda male. Mi chiede se son sicura di giocare cinque euro su una quaterna. Nella sua testa sicuramente pensa che non sappia assolutamente niente di lotto e scommesse, ed è la verità. 
Dico di sì.
“Ma te l’ha detto qualcuno?”
“No.”C’è odore intenso di caffè e altre cose da bar, della gente che occupa quella sedia dal 1980 senza la chiara intenzione di andarsene anche per i prossimi cento anni. 
“Certo, se la prendi vinci una fucilata. Però…”
Sì infatti, voglio una fucilata dritta in faccia. 
“Ruota di Milano” mi limito a dire. 
Esco dalla tabaccheria e il cielo è bianco senza spina dorsale. Sono dodici anni che scrivo questo diario scombinato. Dodici. Il soldato – o l’eroe – secondo la Smorfia Napoletana.  

Cosa direbbe Cavallo Pazzo se sapesse che nel 2024 c’è ancora qualcuno che ruba la terra senza diritto e che stermina le famiglie a sangue freddo, come un tempo distrussero la sua, proprio davanti agli occhi di quel bambino che ancora chiamavano “Riccetto”?
Eseguire i comandi o combattere da soli: la vita ci chiede ossessivamente di fare questa scelta e ognuno di noi può giurare di averla fatta una volta per tutte. Decidi una volta e per sempre che cosa vuoi essere e poi lo confermi, mano a mano che ti scontri con il resto del mondo. Sei la tua scelta, punto. 
A volte, la tua scelta è te. 

Ho provato così tante volte a stare lontana, rimanere un soldatino paziente – forse è giusto così, mi sono detta – pensare che la strada poteva essere diritta se pure io mi mantenevo in rotta. Ma niente, non ha funzionato comunque. Ci sono rivoluzioni alle quali non possiamo rinunciare, pensieri che non abbiamo il potere di zittire. Il ciclismo lo sa, al di sotto dell’intensità c’è solo la cenere, se non riesci a sentire oltre il reale, allora non vale la pena.

Verranno le mattine in cui dovremo essere soldati nella battaglia di tutti, in silenzio soltanto per sopravvivere. Poi però verranno le notti in cui torneremo ad essere eroi, disposti a lasciare perdere il resto e a combattere per quello che conta più di ogni cosa.
Il dodicesimo giorno ci riposeremo insieme e tutto tornerà esattamente come l’avevamo immaginato. La pace, la libertà. 
L’amore. 

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Posted by:Miriam

Sono nata in Brianza in una calda notte di luglio. Scrivo da quando avevo quattordici anni e nel 2012 ho cominciato questo viaggio che si chiama "E mi alzo sui pedali". Ho pubblicato "Voci di Cicala" nel 2013, "La menta e il fiume" nel 2015 e "Come un rock" nel 2019. Mi piacciono i papaveri, il profumo delle foglie di menta e la ninnananna della risacca del lago. A volte scrivo con gli occhi chiusi.

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